Ho sempre pensato che per giudicare il lavoro degli altri fosse necessario mettersi in gioco in prima persona, così dopo aver passato tanti anni a proporre vini naturali nel mio ristorante ho ritenuto fosse giunto il momento di produrre un vino tutto mio.
La mia prima vigna è stata piantata nel 2004 in un piccolo appezzamento in Valle di Chio, una valle a Castiglion Fiorentino vicino a Cortona ad una quota di 300 m.s.l.m su terreno misto di argilla e galestro. Vivendo da sempre in Toscana ho scelto il sangiovese, pensando di lanciare una sfida a chi in questi anni si è fatto ammaliare dai vitigni internazionali. Affascinato dalle vigne del Mediterraneo ho scelto l'alberello disposto a settonce. In pratica le piante vengono poste ai vertici di triangoli equilateri ad una densità di 10000 piante ad ettaro. Le radici lavorano in profondità, c’è meno stress idrico e la pianta produce naturalmente poca uva. Le lavorazioni e i trattamenti sono ovviamente tutte manuali e il terreno non ha mai visto né concimatura chimica né nessuna altra sostanza chimica di sintesi. Da questa vigna produco il DODO Igt Toscana. Dopo la fermentazione in tini di legno con i lieviti indigeni, il vino passa in botti esauste per almeno un anno per poi essere imbottigliato con una minima dose di anidride solforosa.
Nel 2009 ho piantato un’altra vigna di 0,5 ettari sempre di sangiovese, in cima ad una collina totalmente composta da galestro ad una quota di 360 m.s.l.m. In questo caso l’impianto ad alberello è appoggiato alla spalliera con una densità di 9000 piante. La Sella dell’Acuto Igt Toscana è il vino ottenuto esclusivamente da questo vigneto vinificato con le stesse modalità del Dodo ma affinato in botti di cemento e legno. Il nome è un omaggio al condottiero Giovanni l’Acuto che visse nel vicino castello.
Nel 2015 ho iniziato ad appassionarmi alle vigne maritate. In passato nel nostro territorio non esisteva una viticoltura intensiva ma c’era piuttosto un’agricoltura di sussistenza dove la vite veniva coltivata assieme ai cereali ai frutti e agli ortaggi. E’ così che ancora si trovano vecchissime piante di vite maritate all’acero campestre (testucchio). Dopo un lungo restauro sono riuscito a riportare agli antichi splendori le viti e gli alberi. L’uva, prevalentemente bianca, produce il Cibino Igt Toscana. (dal nome della luogo) un bianco frutto di canaiolo bianco, trebbiano e malvasia raccolte in tre epoche diverse e lasciato leggermente macerare sulle bucce.
Per completare la gamma dalla raccolta anticipata del sangiovese produco il Rosato GemmaRosa Igt Toscana tutto giocato sulla freschezza e fragranza, se vogliamo GemmaRosa è il mio vino per l’estate.
Nel 2018 nasce il progetto più ambizioso e se vogliamo folle. Fare una vigna in montagna. Nel nostro territorio in estate spesso si raggiungono temperature molto alte e non di rado per avere vini con una buon freschezza siamo costretti a vendemmiare uve non perfettamente mature. Da qui l’esigenza di andare in montagna a trovare un po’ di fresco. Il monte Ginezzo (928mt) sopra Cortona si è rivelato un posto perfetto. Così ho chiesto l’aiuto di Stefano Amerighi, un bravissimo vignaiolo di Cortona, e insieme abbiamo portato la vite a quote fino a poco tempo fa impensabili. Tra qualche anno ne vedremo delle belle.
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